A.bc |
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La
migliore visione di Alice è da Anzac Hill, la sera. Sulla collina
sacra agli Arrernte, che qui celebrano il Sogno del Bruco, ma anche a
chi è venuto dopo, i bianchi che in cima hanno eretto un monumento
ai caduti di tutte le guerre dell’Australian and New Zealand Army
Corps. Sullo sfondo la dorsale dei MacDonnell Ranger, attorno un oceano
di sabbia rossa della grandezza dell’Europa. Chatwin fa di Alice
il cuore dei suoi due soggiorni australiani, la base dei suoi spostamenti
nel Red Centre, il posto dove raccoglie informazioni e vive esperienze
che riversa poi nel suo libro, stabilendo relazioni con chi gli racconta
dei cammini percorsi dagli aborigeni per nutrire il loro indispensabile
rapporto con la terra. Nata nel 1888 attorno alla stazione telegrafica
e al pozzo d’acqua da cui prende il nome (Alice era la moglie di
Todd, sovrintendente dei telegrafi di Adelaide), Alice Springs è
oggi una città di 25 mila abitanti con un’economia basata
sul turismo, un reticolo di dieci strade tra il Todd River, in perenne
secca, e la Stuart Highway. Una piccola metropoli nel vuoto, dove i turisti
arrivano per poi ripartire verso i MacDonnell Ranges e Uluru. Un luogo
di passaggio o delle moderne opportunità nel deserto. Nel parcheggio
una coppia di migranti interni si gode lo spettacolo del sole che se ne
va, mangiando pollo alle mandorle e ascoltando a tutto volume The dark
side of the Moon dei Pink Floyd. Sono di Perth, Western Australia, in
giro da due anni «per vedere il paese» fermandosi ogni tanto
per guadagnare qualche soldo. Sono ad Alice da tre mesi, lei lavora al
posto di polizia locale, lui fa lavoretti part time. Ancora per un po’,
poi contano di ripartire. La frontiera è mobile. Si brinda insieme,
a Coca Cola, alla notte tropicale |
The
best view of Alice is from Anzac Hill, in the evening. On the hill sacred
to the Arrerntes, who celebrate the dream of the Caterpillar here, but
also to those who came later, the white people who have erected a memorial
to the fallen of the Australian and New Zealand Army Corps in all wars
on its top. In the background, the MacDonnell Ranger ridge; around an
ocean of red sand the size of Europe. Chatwin makes of Alice the heart
of his two Australian stays, the basis of its trips in the Red Centre,
the place where to collect information and live experiences later put
in his book, establishing relationships with those who told him of the
paths travelled by Aboriginal people to feed their essential relationship
with the land. Founded in 1888 around the telegraph station and the well
from which it takes its name (Alice was the wife of Todd, superintendent
of Adelaide telegraphs), Alice Springs is a city of 25,000 people with
an economy based on tourism, a network of roads between Todd River, always
dry, and the Stuart Highway. A small metropolis in the vacuum, where tourists
arrive and then leave again heading for the MacDonnell Ranges and Uluru.
A place of passage or of the modern opportunities in the desert. In the
car park a couple of internal migrants can enjoy the beauty of the sunset,
eating chicken with almonds and listening at top volume to The dark side
of the Moon by the Pink Floyd. They are from Perth, Western Australia,
and have been travelling for two years "to see the country",
stopping occasionally to earn some money. They arrived in Alice three
months ago, she works at the local police post, he has part-time jobs.
Still for a while, then they are going to leave again. The frontier is
movable. We toast, with Coca Cola, to the tropical night |
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