A.bc
In Australia, sulle tracce di Chatwin 20 anni dopo Le Vie dei Canti Palazzo delle Esposizioni, Roma

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In Australia, in Chatwin's footsteps 20 years after The Songlines Palazzo Delle Esposizioni, Rome






 
Da cinque anni viaggia a piedi insieme a loro. Li ha trovati nel deserto attorno a Kata Tjuta. E li ha addomesticati, se così si può dire, lui che “domestico” certo non è. Willy ha ora 9 anni, Snowy 8; Klaus 60, i primi venti passati in Germania, poi Australia. Perché «mi piaceva andare in giro e l’Australia era bella e facile». Klaus ha fatto l’operaio fino a 55 anni, poi «stufo di avere sempre qualcuno che mi diceva cosa fare», ha lasciato tutto e ha cominciato a camminare. Perché i dromedari? «È capitato così», un po’ per caso, forse per la lentezza. Dettano loro il ritmo all’andatura, con soste frequenti per brucare e ripartenze rapide. Nel furgoncino-casa che si tirano dietro c’è anche un cane, Oskar, 6 anni, che non ce la fa ancora a camminare a lungo, «sta imparando» dice Klaus. Un viaggio simile l’aveva compiuto la scrittrice australiana Robyn Davidson a fine anni Settanta, 1700 miglia attraverso il deserto con quattro dromedari e un cane. Chatwin era amico di Robyn, che gli aveva presentato molte delle persone con cui aveva stretto amicizia ad Alice Springs mentre scriveva “Tracce”, il racconto della sua traversata fino all’oceano. In Australia i dromedari selvatici sono cresciuti a dismisura. Introdotti a migliaia nell’Ottocento, e abbandonati con l’arrivo della ferrovia, si stima che oggi siano circa mezzo milione. Un paio di anni fa si era sviluppato un dibattito su come eliminarne l’eccesso che aveva conseguenze disastrose su colture e fonti d’acqua, spingendosi a ipotizzare di sparar loro dall’elicottero o ammaestrarli e venderli all’Arabia Saudita. Per ora continuano a essere liberi. Come Klaus, che con Willy e Snowy percorre più o meno quattromila chilometri l’anno. E pensa di non fermarsi, almeno ancora per vent’anni
 
Klaus has been travelling with them for five years. He found the camels in the desert and he domesticated them. Willy is now 9 years old; Snowy 8; Klaus 60, the first twenty spent in Germany, then in Australia because «I liked going around and Australia was beautiful and easy». Klaus was a worker until he was 55, then «tired of having always somebody who told me what to do», left everything and started to walk. Why camels? «It happened», a little by chance, perhaps because of their slowness. They dictate the walking rhythm, with frequent stops for grazing and quick departures. In the little van-house they drag along there is also a dog, Oskar, 6 years old, who isn’t ready for long walks yet, «he is learning» says Klaus. The Australian writer Robyn Davidson made a similar trip at the end of the seventies, 1700 miles through the desert with four camels and a dog. Chatwin was a friend of Robyn's, who introduced him to many of the people with whom she became friends in Alice Springs while she was writing Tracks, the story of her voyage to the ocean. In Australia the number of wild camels has grown excessively. Introduced by thousands in the 19th century, and abandoned with the arrival of the railroad, it is estimated that today they are about half a million. A debate developed a couple of years ago on how to eliminate the excess of camels that was having disastrous consequences on crops and sources of water, even considering the possibility of shooting them from helicopters or taming and selling them to Saudi Arabia. For the moment they are still free. Just like Klaus, who with Willy and Snowy covers around four thousand kilometers a year. And he’s not thinking of stopping, at least for the next twenty years