A.bc
In Australia, sulle tracce di Chatwin 20 anni dopo Le Vie dei Canti Palazzo delle Esposizioni, Roma

A.bc
In Australia, in Chatwin's footsteps 20 years after The Songlines Palazzo Delle Esposizioni, Rome



 
 
Sono venuti dalla Francia. Prima Jonathan, 20 anni, ha viaggiato da solo per quattro mesi. Poi il fratellino - Cédric, 12 anni – lo ha raggiunto ad Adelaide e hanno iniziato «un grande viaggio nel deserto australiano». In autostop. Vestiti di arancio. Ma niente a che fare con gli Hare Krishna, «mi piace l’arancione», dice Jonathan, «mi mette di buon umore e credo che metta allegria anche alla gente che incontro». Sono accampati tra gli alberi, fuori dal campeggio di William Creek. La sera nel pub, in mano una birra e un succo d’arancia, raccontano i loro incontri sulla strada. «Gente con cui siamo stati pochi giorni o a lungo o con cui si è solo chiacchierato. Con cui abbiamo condiviso tempo, cibo, storie, informazioni e il fuoco del campo». Hanno partecipato a un rave per il Solstizio d’inverno. Trascorso un giorno e una notte interi aspettando invano un passaggio «nell’immensità del deserto fatta di sole, sabbia e polvere». Passato tre giorni a Uluru, «mancando due volte l’alba». Si sono avventurati nell’outback «carichi d’acqua, zuppe solubili e non molto altro». Lungo la Tanami Road hanno avuto solo termiti come compagne dei loro passi. Hanno dormito in crateri formati da meteoriti. Rubato docce, la mattina, in campeggi chiusi per la stagione. Celebrato la festa nazionale francese con un gelato e una candelina. Dormito a volte in un letto, «gloriosamente». Fatto il bagno sotto le cascate. Cavalcato con i mandriani di una cattle station, volato sul deserto, osservato le balene in una baia del sud. Cédric ha migliorato il suo inglese, imparato bene a preparare un fuoco, come fare il pane o spingere un fuoristrada insabbiato. Ne esce fuori una sorta di manuale di viaggio, sopravvivenza, scuola di vita, tra candore, entusiasmo e un filo di esibizione. Viaggio come esperienza potente, pieno di insegnamenti «sulla gente, i posti, il rispetto e la scoperta delle cose, delle persone, la fiducia». Avventura, rischi, sogno. Da Jonathan e Cédric, a tutti quelli incontrati lungo la strada, «grazie per tutto e per niente»
 
They have arrived from France. At first Jonathan, 20, travelled alone for four months. Then his little brother – Cedric , 12 - joined him in Adelaide and they started on «a big journey in the Australian desert». They have been hitchhiking, dressed in orange. But it’s nothing to do with the Hare Krishna, «I like orange», Jonathan says, «it puts me in a good mood and I think it also cheers up the people I meet». They are camping among the trees, outside William Creek campsite. In a pub at night, a beer and an orange juice in their hands, they talk about the people they have met along the road. « People with whom we spent just a few days, or much longer, or just had a chat. People with whom we shared our time, food, tales, information and the campfire». They took part in a rave for the winter solstice, spent a whole day and night waiting in vain for a lift «in the vastness of the desert made of sun, sand and dust». They spent two days in Uluru, «twice failing to be up for dawn». They ventured into the outback «with some water, instant soups and not much more». Along the Tanami Road, their only companions were the white ants. They slept in meteor craters, stole some morning showers in closed campsites, celebrated the French national holiday with an ice cream and a birthday candle. Sometimes they «gloriously» slept in a bed or took a shower under waterfalls. They went riding with the herdsmen of a cattle station, flew over the desert, went whale-watching in a southern bay. Cédric has improved his English, learnt how to lit a fire and to make bread or to push a sanded car. The outcome of this experience is a sort of travel and survival handbook, between innocence and enthusiasm and a bit of showing off. Travelling as a powerful experience, full of teachings «about people, places, respect, discovery, confidence». Adventure, risks, dreams. Jonathan and Cédric thank all the people they have met along the road, «thanks for everything and for nothing»