A.bc
In Australia, sulle tracce di Chatwin 20 anni dopo Le Vie dei Canti Palazzo delle Esposizioni, Roma

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In Australia, in Chatwin's footsteps 20 years after The Songlines Palazzo Delle Esposizioni, Rome



 
La scarpata del Kakadu non risulta far parte della geografia chatwiniana. Ma racchiude una delle eredità maggiori e vive della cultura in cui Chatwin si è specchiato, le gallerie d’arte a cielo aperto di Nourlangie e Ubirr, la Sistina e gli Uffizi dell’emisfero australe. Divinità benefiche o spaventose, uomini contro canguri, guerrieri, danzatori, serpenti, pesci, uccelli, interi menu rappresentati sulla roccia, archi e frecce, fucili e velieri degli uomini bianchi, arcobaleni. Dipinti per ricordare, raccontare, favorire il buon esito della caccia, rendere omaggio alle divinità, esorcizzare paure. Da millenni o da pochi anni. Era abituale, e lo è ancora oggi, perché si continua a dipingere per nutrire il proprio rapporto con la terra e gli avi, sovrapporre dipinti nuovi a quelli preesistenti. Le parti più alte delle pareti sono quelle meno toccate. alcune conservano impronte di mani - come nel sito di Nanguluwur, vicino Nourlangie Rock - fin da quando i primi aborigeni arrivarono nell’area, forse 50 mila anni fa. Sembrano dire «noi esistiamo»


L’impronta della mano continua ad essere un motivo ispiratore per la pittura aborigena contemporanea
 
The Kakadu slope is not part of Chatwin's geography. But it encloses one of the greatest heritage and lives on the culture in which Chatwin identified, art galleries open-air Nourlangie and Ubirr, the Sistine Chapel and Uffizi of the Southern hemisphere. Benevolent or frightening Gods, kangaroos against men, warriors, dancers, snakes, fish, birds, entire menu represented on the rock, bows and arrows, white men shotguns and sailboats, rainbows. Paintings to remember, tell, propitiate a good hunting, pay homage to Gods, exorcise fears. Millennia or few years old. It was customary, and still is today, because they continue to paint to nourish their relationship with the land and fathers, new paintings superimposing those existing. The tallest parts of the walls are less affected. In Nourlangie some walls retain handprints - as in The Nanguluwur art site, near Nourlangie Rock - from the times of the arrival of the first Aboriginal people in the area, maybe 50 thousand years ago. They seem to say «we exist»


The print of the hand continues to inspire contemporary Aboriginal painting