Australia, sulle tracce di Chatwin venti anni dopo Le Vie dei Canti
Palazzo Ducale, Genova

Australia, on Chatwin's footsteps twenty years after The Songlines
Palazzo Ducale, Genoa

















 
Ad Alice Springs Chatwin incontra galleriste, antropologi, religiosi, storici, capi politici, interlocutori di cui - malgrado le ricerche - non rimangono più tracce. Il filo dei contatti porta agli Shaw, famiglia impegnata da generazioni nella battaglia per i diritti indigeni. Geoff Shaw, 62 anni, è uno dei leader aborigeni più riconosciuti. Nato sul letto di un fiume secco, ha conosciuto le quattro mura di una casa a 19 anni, quando è entrato nell’esercito, nelle cui fila ha combattuto in Vietnam da cui è tornato con medaglie e onore. Oggi è presidente del Tangentyere Council, che offre assistenza e servizi alle comunità aborigene di Alice. Da sempre vive con la sua famiglia allargata a Mt Nancy, town camp nei sobborghi settentrionali della città, 13 case, 32 residenti, nessun bianco. Eilaen, sua moglie, 52 anni, racconta di come con la politica dell’intervention, varata in questi mesi dal governo Howard, si sentano rifugiati nella loro terra, di come la polizia possa ora entrare senza alcun permesso nelle loro case per perquisire computer o frigoriferi. Certo i problemi esistono, pornografia, droga, alcol, abusi sui minori; ma non è con paternalismo e senza partnership che si affrontano. «L’uguaglianza è la qualità della democrazia». La figlia Barbara, 31 anni, indossa una maglietta con la bandiera del suo popolo e dice con forza “no more”, non più discriminazioni. Il figlio Walter, 26 anni, condanna il blocco di fatto del flusso di risorse verso le comunità. Geoff non interviene, lascia che siano i figli la voce della propria gente. Lui ormai si prende cura soprattutto del vecchio padre. Ha un moto di orgoglio solo quando accenna alla forza degli Shaw, spiegando che hanno entrambi superato la speranza di vita media di un aborigeno: lui di una ventina d’anni, il padre di più di quaranta
  In Alice Springs Chatwin meets managers of art gallery, anthropologists, politicians, religious leaders, but there is no trace of his stay. The search leads to the Shaw family, involved for generations in the battle for indigenous rights. Geoff Shaw, 62, is one of the most important Aboriginal leaders. Born in the bed of a dry river, he knew the four walls of a house when at 19, he joined the army. He fought in Vietnam from which he returned with medals and honor. Today he is president of the Tangentyere Council, which provides assistance and services to the Aboriginal communities of Alice. He has always lived with his family in Mt Nancy, a town camp in the northern suburbs of the city, 13 houses, 32 residents, no white people. Eilaen, his wife, 52 years old, tells how, because of the intervention policy, launched in recent months by the Howard Government, they feel like refugees in their own land, how the police can now enter their homes without permission to search computers or refrigerators. Of course there are problems, pornography, drugs, alcohol, child abuse, but it’s not possibile to face them with paternalism and without partnership. "Equality is the quality of democracy". The daughter Barbara, 31 years old, wearing a T-shirt with a flag of his people, firmly says "no more, no more discrimination”. His son Walter, 26 years old, condemns the block of the flow of resources towards the communities. Geoff does not interfere, he lets his children be the voice of his people. Today he mostly takes care of his old father. He has a surge of pride only when he alludes to the strength of the Shaws, explaining that both have exceeded the average life expectancy of an Aboriginal: he, by more than 20 years; his father, by more than 40