Australia, sulle tracce di Chatwin venti anni dopo Le Vie dei Canti
Palazzo Ducale, Genova

Australia, on Chatwin's footsteps twenty years after The Songlines
Palazzo Ducale, Genoa












 
Viaggiando in Australia è inevitabile, tranne se si resta solo nelle grandi città, avere un incontro ravvicinato con uno strano tipo di bestie. Possono arrivare anche a 70 metri, pesare 15 tonnellate, andare oltre i 100 chilometri all’ora, avere fino a 60 ruote. Sono i road train, autotreni formati da una motrice e tre o quattro rimorchi, perché per le grandi distanze da coprire conviene tirarsi dietro quanto più possibile - di bestiame, cibo, auto - tanto la strada è quasi sempre dritta, le curve dolci, si fa manovra solo per caricare e scaricare o alla stazione di servizio. Anche a Chatwin capita: «I road-train avevano tre rimorchi: sbucavano di continuo dal tremolio del calore e invadevano il centro della strada senza rallentare». Trovarseli di fronte o starci dietro può essere problematico. Per sorpassarli bisogna calcolare tempo e distanza adeguati alla loro taglia, senza contare la polvere che si alza e lo spostamento d’aria da compensare. Poi ti abitui. Saluti gli autisti, come fanno loro, sollevando appena l’indice della mano sul volante. Li incroci nelle aree di parcheggio o nelle roadhouse lungo la strada. Bistecca, birra e riposo nella nicchia ricavata nella cabina sopra il posto di guida. Poi via nella notte o all’alba, per combattere il caldo. Peter e Ben, 32 e 28 anni, sono amici e, se riescono, viaggiano assieme. Lungo la Lasseter Highway, che collega Uluru alla Stuart, si sgranchiscono le gambe dopo una tratta di 500 chilometri. Soste e ripartenze. È dura, ma varia. Vengono dal Queensland e scendono verso il South Australia. Seimila chilometri in sette giorni. L’Italia? Bel posto, un giorno magari. È lontana, quanto? Dodici, quattordicimila chilometri in linea d’aria. Non tanto, ridono, mentre calcolano che con il loro road train ci metterebbero due settimane
  Travelling in Australia it is inevitable, unless you stick to big cities, to have a close encounter with a strange kind of beasts. They can reach 70 meters, weigh 15 tons, travel beyond 100 km/h, have up to 60 wheels. They are the road trains, trucks formed by a tractor and three or four trailers, because for large distances to be covered it’s useful to drag along as much as possible - livestock, food, cars - because the road is almost always straight, the curves gentle, you only have to manoeuvre to load and unload or in service station. It happened also to Chatwin : "The road-trains had three trailers. They did not slow down but came up, steadily out of the heat-mirage, hogging the middle of the road”. Staying in front or behind them can be problematic. It takes time to overtake them and you have to calculate the distance appropriate to their size, without mentioning the dust that they rise and the pressure wave to be compensated. Then you get used to it. You say hello to the drivers, as they do, lifting just the index of your hand from the wheel. You cross them in the parking areas or in some roadhouse along the road. Steak, beer and some rest in the bert in the cabin above the driver's seat. Then off again, at night or at dawn, to fight the heat. Peter and Ben, 32 and 28, are friends and, if they can, they travel together. Along the Lasseter Highway, which connects Stuart to Uluru, they stretch their legs after a 500 km drive. Stops and departures. It's hard, but varied. They are from Queensland and are going towards South Australia. Six thousand km in seven days. Italy? Beautiful place, maybe one day. It is far, how much? Twelve, fourteen thousand km as the crow flies. Not so far, they laugh, while they estimate that with their road trains they would need two weeks